Località di Cavazzo Carnico

Conca Tolmezzina

Il territorio di Cavazzo Carnico

Tra il gruppo montuoso del Faeit e il Fiume Tagliamento si estende il territorio di Cavazzo Carnico. A sud si affaccia sul Lago di Cavazzo o Lago dei tre Comuni, il più esteso bacino naturale del Friuli Venezia Giulia. Il lago viene menzionato per la prima volta in un documento del XIII secolo con il quale il patriarca di Aquileia assegna il territorio e le sue acque ad un nobile gemonese, invitandolo a fornire di pesci le mense patriarcali. La storia di Cavazzo si intreccia in modo indissolubile, a partire dal nome del luogo, con quella del leggendario castrum Cabatium, una struttura fortificata che sorgeva sulla rupe di Cesclans, dove oggi si trova la pieve di Santo Stefano. Sito strategico per buona parte del periodo medievale, ebbe un ruolo di rilievo per il controllo delle vie di comunicazione tra la pianura e la Carnia.


Arte e cultura

Per scoprire la storia e l’architettura della località meritano una visita la settecentesca Chiesa di S. Daniele, dove sono conservate pregevoli opere provenienti da Venezia, e le chiesette votive di S. Rocco, di S. Candido. È soprattutto la Pieve di S. Stefano ubicata a Cesclans a restituire, però, l’ampia dimensione temporale della storia di questi luoghi. Posta su un rilievo, non lontano dal paese, la chiesa vanta un’origine molto antica.

L’edificio attuale è stato ristrutturato dopo il terremoto del 1976, ma la sua origine risale all’VIII-IX secolo. Sotto la chiesa, un piccolo Antiquarium illustra la storia del luogo e dell’edificio sacro attraverso un interessante percorso espositivo. Tutti e quattro i centri abitati del territorio comunale, Cavazzo, Mena, Somplago, Cesclans offrono interssanti esempi di architettura carnica, dalla tipologia costruttiva a porticati e logge. Tra queste, casa Brunetti e casa Puppini a Cavazzo, casa Barazzutti a Mena, casa Pillinini a Somplago, restaurate dopo il terremoto del 1976. Ripristinato dopo il sisma anche il mulino detto di Gaspar, a Cavazzo Carnico, unico esempio ben conservato dei numerosi mulini ad acqua presenti nella valle del lago fino agli anni ’60 del Novecento. Legato alla storia più recente è il Forte del Monte Festa. Costruito all’inizio del XX secolo nell’ambito di un articolato sistema difensivo detto “Alto Tagliamento” a protezione da eventuali attacchi provenienti dall’Austria, era dotato di batterie di cannoni per l’offesa a distanza. Ultimo baluardo della strenua difesa durante la prima guerra mondiale, oggi si presenta arroccato come un nido d’aquila sulla cima del Festa.


Ambiente e natura

Per cogliere l’incanto del paesaggio, di grande interesse naturalistico, suggeriamo una sosta sul Lago di Cavazzo. In estate le sue rive sono un luogo ideale per prendere il sole nelle accoglienti spiaggette, lungo i pontili in legno o per riposarsi all’ombra degli alberi. Anche la Palude Vuarbis, il bacino torboso a sud di Cavazzo, è un’area naturalistica particolarmente suggestiva e uno degli ambienti umidi più interessanti della montagna friulana. E’ possibile visitare il sito percorrendo il sentiero, accessibile a tutti, che segue in perimetro della Palude. Di interesse ambientale, ma anche storico-culturale, la Forra del Rio Cjanevate e la Buse dei Pagans: la forra è uno stretto e profondo canyon interamente rivestito di muschio, percorribile per una settantina di metri, mentre la Buse dei Pagans è un gigantesco e affascinante antro a forma di emicupola, dove – narra la leggenda – si nascondevano un tempo i “pagani”, gli abitanti non nativi e “senza Dio”.

Pagina aggiornata il 05/06/2024

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